Sono trascorsi ormai più di due mesi da quando, il 12 aprile scorso, la società ha presentato al Consiglio Comunale il progetto di costruzione del nuovo stadio nell’area della Fiera del Mare, in collaborazione con la Uniengineering. Ai tempi, l’idea fu definita ‘interessante’ e ‘suggestiva’ da buona parte degli uditori e da molti commentatori obiettivi. Parole certamente gratificanti per i sostenitori di una proposta che potrebbe rilanciare una struttura obsoleta ed ipertrofica, capace di attrarre flussi importanti di visitatori solamente in occasione del Salone Nautico (flussi, peraltro, in declino negli ultimi anni), per non parlare della possibile creazione di nuovi posti di lavoro, di cui la città ha bisogno oggi più che mai.
Ebbene, ora tutto tace, in attesa di decisioni che, forse, verranno prese nel prossimo autunno. Edoardo Garrone resta alla finestra, in attesa di un segnale, pur ribadendo l’intenzione di voler realizzare un’opera che aspira a diventare “un altro simbolo della città. Una struttura bellissima da vivere e da vedere”. CONI Servizi è disposta a sostenere l’iniziativa, forte del dichiarato appoggio del presidente Malagò.
In concreto, però, sono stati fatti effettivamente passi avanti ? Su questo punto, in effetti, chi scrive ha qualche perplessità, specialmente dopo aver letto un articolo di Massimo Minella apparso martedì 25 sulle pagine genovesi di Repubblica e che ha quantomeno il merito di “rompere” il silenzio calato sulla questione da qualche tempo a questa parte. Secondo il cronista, in sostanza, al di là degli apprezzamenti verbali, emerge l’idea che il progetto stadio (anzi, di “città dello sport”) venga ritenuto fin troppo ambizioso e problematico dai decisori pubblici. Scrive Minella: “Una simile operazione prevede il totale ridisegno di una porzione di città che va dal Porto Antico a Punta Vagno. All’altezza del mercato del pesce, infatti, dovrebbe essere tagliata la sopraelevata (di 500 metri) con una ramp a di discesa che sulla destra entra nell’area portuale e sulla sinistra continua la sua corsia urbana. L’intera area della Fiera, fin oltre la Foce, dovrebbe poi essere ‘modulata’ sulle esigenze del progetto, a partire da Piazzale Kennedy”. Il che significa, in parole povere, che, a causa dei necessari lavori di messa a punto dei collegamenti stradali all’area del nuovo stadio, il congestionamento del traffico, già normalmente problematico nel centro città, potrebbe raggiungere livelli difficilmente sopportabili, per non dire insostenibili.

Minella cita anche una questione relativa al valore economico delle aree della Fiera, in procinto di essere restituite al Comune di Genova, seminando qualche interrogativo sulle reali intenzioni della società (“ Le aree che verranno restituite al Comune, nei giorni scorsi , hanno avuto la loro valutazione: venti milioni di euro. Ora passeranno alla Spim, la società comunale incaricata della valorizzazione del patrimonio immobiliare di Tursi, e verranno messe sul mercato in cerca del miglior offerente. La Sampdoria intende farsi carico di questo onere per procedere con la realizzazione del progetto ? E se sì, che cosa chiede in cambio ai soggetti pubblici? ”).
Nell’articolo, successivamente, viene citato anche Renzo Piano. L’architetto, infatti, all’indomani della tragedia del Jolly Nero, si rese disponibile a dare un contributo per ricostruire l’area di Molo Giano; una disponibilità che gli enti locali, in virtù dell’ottimo lavoro svolto in precedenza, avrebbero apprezzato e, per certi versi, sollecitato. Il problema è che l’area oggetto dell’ipotizzato intervento di Piano sarebbe pressoché la stessa del progetto stadio. (“Piano può realmente completare il lavoro, occupandosi di quel pezzo di water-front che inizia dove si conclude l’Expò, e arriva fino a Punta Vagno, attraverso la realizzazione della nuova Torre Piloti, il recupero delle riparazioni navali, della Fiera, di piazzale Kennedy e dell’insenatura naturale che chiude il porto a Levante. C’è spazio in tutto questo anche per lo Stadio in Fiera ?”).
Quindi, che fare ? Le buone (anzi, ottime) intenzioni del progetto Stadio rischiano di scontrarsi con resistenze oggettive e soggettive più ostiche del previsto, così come accaduto per i progetti presentati negli anni precedenti da Garrone senior (Serravalle e Aeroporto, per esempio). Garrone junior vorrebbe comprensibilmente evitare l’ennesima battaglia contro i mulini a vento e, come detto, resta alla finestra. In attesa che la situazione si chiarisca, è disponibile al dialogo e alla trattativa, pur restando intenzionato a realizzare l’idea già accarezzata dal padre, certamente impegnativa a breve termine dal punto di vista economico, ma potenzialmente remunerativa e, last but not least, assai suggestiva. Nei prossimi giorni, sampgeneration seguirà la vicenda da vicino, offrendo aggiornamenti ed approfondimenti sull’argomento Stadio.
Stay tuned!
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1 commento
Belin che bello con lo stadio nuovo io ci uscirei di testa! Dai che se lo facciamo diventiamo troppo una soccietà di primo livello! Bello idea e bello progetto di Renzo Piano! Ma sei Pedullà?