Una carriera tra Roma e Pescara, uno dei pochi a salvarsi nella disastrosa e velleitaria stagione biancazzurra. 9 reti in 35 gare sono un bottino tutt’altro che trascurabile per il ventiquattrenne Gianluca Caprari, seconda punta di scuola romanista dalla notevole tecnica, in grado di essere schierato anche da attaccante centrale o da ala destra a seconda delle necessità.
Caprari arriva in blucerchiato dall’Inter (proprietaria del cartellino), nell’ambito della trattativa per Skriniar (i nerazzurri hanno offerto 20 milioni più l’attaccante romano per il centrale slovacco).
Tracciamo dunque un profilo del buon Caprari, nome conosciuto ai più ormai da diversi anni.
Destro naturale (anche se non disdegna l’uso del sinistro), esterno trasformatosi in seconda punta, bravo nel dribbling e nelle accelerazioni, disposto a rientrare in difesa, anche se, talvolta (soprattutto nei primi anni di carriera), tende a cercare un po’ troppo l’azione personale. Nasce a Roma il 30 luglio del 1993, si fa le ossa in oratorio (letteralmente: la sua prima squadra è infatti l’Oratorio del Borgo Don Bosco) e nell’Atletico 2000 (allenato dal padre), prima di approdare a Trigoria. Si fa notare dagli appassionati per la prima volta il 26 gennaio 2008: nemmeno quindicenne, raccattapalle all’Olimpico in occasione di un match di campionato col Palermo, riesce a posizionare repentinamente il pallone sotto la bandierina del corner che propizierà la rete decisiva di Amantino Mancini.
Le qualità di Caprari emergono rapidamente col passare degli anni: nel 2010-11, a quasi diciott’anni, riesce ad aggiudicarsi il campionato Primavera, nonché a debuttare prima in Champions (8 marzo 2011, contro lo Shakhtar Donetsk), poi in Serie A (7 maggio, contro il Milan), infine in Coppa Italia (11 maggio, semifinale con l’Inter a Milano), senza contare la prima presenza in una rappresentativa nazionale (Under 18), avvenuta il 15 febbraio contro la Norvegia. Nel 2012, la prima svolta per la sua carriera: a gennaio passa in prestito al Pescara, diventando rapidamente uno dei protagonisti dell’imperioso ritorno in A degli abruzzesi di Zeman, Insigne ed Immobile; Caprari si toglierà persino la soddisfazione di una doppietta (ahinoi, contro la Samp a Marassi) decisiva per la promozione matematica del Delfino. A fine stagione totalizza 13 presenze e 3 reti e il Pescara riscatta metà del cartellino dalla Roma.
Poco soddisfacente la sua prima stagione in A da titolare: il Pescara retrocede subito (e con largo anticipo), anche se Caprari totalizza un buon numero di presenze (24 in campionato e 2 in Coppa Italia), segnando 2 reti (la prima, nuovamente, contro la Samp in casa; la seconda contro la Roma, nientemeno che all’Olimpico). Nel 2013, inoltre, esordisce in Nazionale Under 20 (2 presenze in tutto).
Nel 2013-14 torna alla Roma, guidata da Rudi Garcia, ma trova pochissimo spazio (appena 1 presenza in sei mesi) e, a gennaio, scende di categoria, nuovamente a Pescara, dove sembra comunque ritrovare il feeling con il campo (15 gare e 3 reti). Resta in Abruzzo nelle due stagioni successive: nonostante un 2014-15 interlocutorio (22 presenze e 1 rete), la società decide di investire sul giocatore, aggiudicandosi il cartellino alle buste. Investimento ripagato: Caprari sarà uno dei protagonisti della promozione del 2016 (guidato da Massimo Oddo), con ben 13 reti segnate in 42 gare. Ingaggiato dall’Inter in estate in cambio di Biraghi e Manaj (ex doriano, in prestito), rimarrà comunque al Pescara, sia pure in prestito. Come detto, nonostante il contesto disgraziato, Gianluca avrà modo di mettersi in luce con uno score di tutto rispetto, al punto che il suo valore di mercato risulta quasi raddoppiato nel giro di una stagione.