Correva la stagione di grazia 2011/2012. Tempi grami per la squadra blucerchiata, appena sprofondata in serie B dopo l’incredibile retrocessione dell’anno prima. L’allenatore era un certo Gianluca Atzori e il direttore sportivo l’enfant prodige Pasquale Sensibile. Uomini di campo e di scrivania giustamente spariti dal calcio che conta, travolti dalla loro incompetenza manageriale.
Era il primo di novembre e la Samp aveva appena raschiato il fondo del barile perdendo a Nocera 4-2 con la beffa dell’inutile doppietta di Maccarone. Dopo la quaterna incassata in Campania Atzori era stato a un passo dall’esonero ma Palombo e Gastaldello, su mandato della squadra, avevano incontrato in gran segreto la società per chiedere di confermare il tecnico di Collepardo.
Che nella partita contro il Crotone estrae due jolly dal mazzo. Il primo è un imberbe Roberto Soriano, giovane centrocampista italo-tedesco acquistato qualche anno prima dal Bayern Monaco. Il secondo è un attaccante uruguaiano nato nella città di Salto e portato a Genova nel 2008 da Beppe Marotta: Bruno Fornaroli, strappato alla concorrenza di Psv Eindhoven e forse del Real Madrid.
A Salto sono nati centravanti del calibro di Suarez e Cavani. Il paragone termina qui. Perché la città di provenienza, diciamocelo, è l’unico aspetto che accomuna Fornaroli a questi due fenomeni. Ma ai tifosi della Sampdoria interessa poco. Bruno Fornaroli rappresenta uno dei casi più incomprensibili della storia dell’Unione Calcio. In 70 anni, dalle parti di Bogliasco di pacchi se ne sono visti tanti. I sampdoriani, bontà loro, alla dimestichezza col pallone dei loro eroi antepongono impegno e maglia sudata. Requisiti di base che al folletto uruguaiano non hanno mai fatto difetto.
E poi c’è la storia del gol nel derby. Il 7 dicembre 2008 Fornaroli aveva siglato la rete del pareggio contro il Genoa, giustamente annullata dal pessimo arbitro Farina per il fuorigioco attivo di Gennaro Delvecchio. Ma gira che ti rigira, da allora una frase sibillina ha corso di bocca in bocca tra i tifosi della Samp: “Fornaroli è sottovalutato e ti dirò di più: se gli avessero dato quel gol…”.
Sarebbe stata un’altra storia, sottintendono i puntini di sospensione. Ma torniamo alla partita con il Crotone, dove l’uruguaiano scende in campo dal primo minuto per la prima volta in stagione. Ai tifosi della Samp brillano gli occhi: che sia la volta buona per ammirare il talento dell’uomo dei due mondi? Domanda retorica. Fornaroli sembra indemoniato. Il folletto di Salto corre, sbuffa, pressa.
Al 17′ del primo tempo Foggia lo lancia sul filo del fuorigioco, ma Bruno manca l’aggancio. Applausi per lui (cit.). Nella ripresa ha per due volte ha l’occasione di tirare. E per due volte si fa anticipare sul più bello. Non importa: la gente lo adora, si straccia le vesti, è pazza di lui.
Poi, a 10 minuti dalla fine, succede qualcosa che a distanza di anni è ancora scolpito nella mente e nel cuore di tanti tifosi sampdoriani. Atzori chiama il cambio, entra Salvatore Foti. Ed esce proprio lui, Bruno Fornaroli da Salto. Che stremato, distrutto da una condizione fisica approssimativa (non per colpa sua), si congeda dal campo accompagnato dalla standing ovation del “Ferraris”.
Tutto lo stadio si alza in piedi per Fornaroli, che ricambia accennando un applauso. Bruno è commosso: sa di aver dato tutto. Ma qualche minuto dopo il suo sorriso stanco perde di consistenza. Colpa di una beffa. E del proverbiale destino cinico e baro. Foti, che gli è subentrato da pochi minuti, segna a porta vuota la rete del 2-0 al termine di un’azione viziata da un evidente offside.
Narra la leggenda che in gradinata sud, subito dopo il gol di Foti, più di un sampdoriano abbia sussurrato all’orecchio dell’amico più vicino: “Certo che se quel gol lo avesse segnato Fornaroli…”.
ROBERTO BORDI
1 commento
Comunque qualche golletto in Europa League e in Coppa Italia l’aveva realizzato, in rapporto alle presenze fatte se vogliamo non segnò pure poco, chiaramente visto la carriera che poi ha sviluppato stiamo parlando di un giocatore probabilmente inadeguato per certi livelli, ma i veri pacchi forse sono stati ben altri…