Lo stadio ha ricordato sua Santità Paolo Mantovani che il 9 aprile scorso avrebbe compiuto 87 anni. Inutile aggiungere nulla alla figura incredibile ed indimenticabile di Paolo.
Renzo Parodi ha parlato del tributo che lo stadio blucerchiato ha dedicato domenica scorsa al suo presidente più importante:
“Domenica scorsa, 9 aprile 2017, Paolo Mantovani avrebbe compiuto 87 anni, un traguardo che neppure lui, con il crudo realismo che gli era proprio, aveva previsto di raggiungere – scrive Parodi nel suo editoriale su Repubblica.
“Se ne andò difatti a 63 anni, il 14 ottobre 1993, e i suoi funerali, seguiti da 40mila persone, furono uno dei rarissimi momenti in cui Genova, divisa da secoli di odii ancestrali inestirpabili, si riunì nel dolore e nel rimpianto. Gli dedico questo ricordo, scevro di retorica (espediente che lui odiava), semplicemente per rilevare quanto la sua lezione umana e civile sia attuale e viva. Nel calcio ma non solo. Nei 14 anni alla guida della Sampdoria, Mantovani aveva dimostrato come anche una città finita ai margini dell’Impero poteva riscattarsi correndo appresso ad un banale pallone. E badate, nell’età dell’oro blucerchiata, a cavallo fra la metà degli Ottanta e i primissimi Novanta, Genova versava in condizioni ancor più miserevoli delle attuali – aggiunge Parodi. “Il porto semideserto, le industrie statali smantellate e i timidi tentativi di valorizzare l’immenso patrimonio storico-artistico duramente osteggiati da chi proclamava. “Non saremo mai una città di camerieri”. Mantovani dimostrò che nulla è ineluttabile né già scritto. Romano trapiantato ventenne a Genova, era diventato un genovese al cubo, incarnando le virtù del popolo della Superba – serietà, dedizione al lavoro, rispetto – con i pregi di una romanità severa e concreta, lontana dalle caricature del cinema di maniera. Chi ha conosciuto lo scabro Sandro Ciotti, un altro romano di stampo antico e puro, sa di cosa parlo” – commenta il bravo giornalista di Repubblica, che poi aggiunge:.
“I successi sportivi offrirono a Genova una vetrina che la città ufficiale non meritava, difatti osteggiò Mantovani e la Sampdoria in ogni modo, l’acme con la demolizione del vecchio Ferraris che ora Ferrero e Romei vogliono riportare all’onore del mondo e mi auguro che le contingenti tribolazioni del Genoa non impediscano a Preziosi di partecipare – come si è impegnato a fare – alla sua ristrutturazione. Il lascito inestimabile di Mantovani sta nell’educazione al rispetto delle regole che aveva imposto ai tesserati dell’Uc Sampdoria e ai tifosi blucerchiati che difatti in quegli anni vinsero ripetutamente la coppa Disciplina. Spero che Ferrero e Romei dedichino attenzione a rieducare quelle frange, minoritarie ma rumorose, della tifoseria che ancora si sfogano con i “vaffa” indirizzati all’avversario e agli arbitri. Sembra un dettaglio, ma non lo è”.
Un pensiero infine sulla vicenda Ferrero e su una situazione che Renzo Parodi definisce “sospetta”
“A proposito di Ferrero – conclude Parodi – la coincidenza della sua decadenza decisa dalla Federcalcio con la guerra in corso per il controllo della Lega calcio è quantomeno sospetta. Domani si tenta l’estrema mediazione, se fallisce non resta che il commissariamento della Confindustria del pallone. La Sampdoria è schierata per il rinnovamento con Bologna, Cagliari, Sassuolo, Roma e Inter. E forse Lazio, ma Lotito è una sfinge. Incombe l’elezione di Adriano Galliani alla presidenza. Il nuovo che avanza”.
1 commento
Che schifo!! Parlo della Lega ovviamente.