Nuova puntata della rubrica Memorie Blucerchiate: con la ripresa del campionato dopo una pausa inedita, e il tour de force da affrontare fino alla fine della stagione, non resta che rivolgere una preghiere laica a San Paolo Mantovani.
La parola a Roberto C.:
Si può pensare al caro vecchio calcio in tempi di emergenza sanitaria non ancora conclusa?
Ci sono stati problemi più importanti da affrontare per cui è valso ancora l’adagio latino dell’ “Ubi maior minor cessat” con buon pace di tutti. Ma, se devo essere sincero, non tutto il male causato dal virus è venuto per nuocere e parlo a titolo personale e da privilegiato. Pensate un po’ uso questo termine riguardo la mia posizione di pensionato!
E’ proprio vero che la vita rivela sempre i risvolti più strani e inimmaginabili nella situazioni di più grande precarietà.
L’improvvisa chiusura del “mondo” è stata per me fonte di dispiacere perché mi ha privato della possibilità di frequentare cinema e teatri vari, di prosa e musica classica, a Genova e in Italia, e anche qualcos’altro (cito, ad esempio, i concerti bellissimi dello scorso luglio ai Parchi di Nervi di De Gregori e Gino Paoli quest’anno improponibili).Tutto ciò per me è fonte di vita e pur mi sono dovuto rassegnare.
E qui è entrata in campo la volontà di organizzare una vita tutta nuova attraverso le tipiche attività che si possono effettuare tra le mura di casa come vedere film (per fortuna ho una buona videoteca), leggere classici e scrivere, come nel mio caso specifico, un libro che nessuno mai leggerà e si intitola “Diario di auto recluso” con aggiunta “Al tempo del coronavirus”.
E comunque l’impossibilità di agire mi ha recato un termine che in certo qual modo allevia le mie sofferenze. Si tratta della “deresponsabilizzazione” non intesa come egoistico e superficiale distacco dalla società civile ma come la risultanza di un obbligo esterno che non lascia possibilità di scelta alcuna. Ed in certo qual modo trasmette una sensazione di leggerezza, e assolve dagli esiti di eventuali improvvisi lassismi. Non faccio le cose non perché non voglio ma perché non posso. E in tutto questo tempo non c’è stato spazio per il calcio. Una cosa completamente dimenticata come, ho notato, è avvenuto nella maggior parte dei followers. Ma ora le cose sono cambiate e il tifoso che è in noi, volente o nolente, torna prepotentemente alla ribalta. Ma così, inevitabilmente, si dovrà tornare a soffrire perché il rischio della retrocessione è un’eventualità assai concreta.
Già immagino la sconfitta a San Siro con l’Inter e poi ancora quella di Roma giallorossa. Forse sono troppo pessimista. Maledizione! Si stava così bene senza calcio! Dice: ma perché te la prendi tanto? Bisognerebbe capire cosa ha dentro un tifoso. E’ qualcosa di inspiegabile che vira per l’animo umano e non si può eliminare. E’ gioia e tristezza, esultanza e malinconia, felicità e depressione. Ma se ci si conforta a vicenda la cosa può diventare più sopportabile. Già il fatto di parlarne adesso mi dà un certo sollievo. E’ come stare sul lettino dello psicanalista dove lo svisceramento intimo è già una mezza guarigione.
E comunque calando la diffusione del virus e col ritorno ad una quasi normalità ci ritroviamo a parlare di cose abituali come appunto il calcio anche se, come è facilmente riscontrabile, siamo tutti cittadini, prima di essere tifosi. Il grande sogno generale per noi italiani sarebbe la ripresa della vita in tutta sicurezza, ovviamente, previa assunzione del vaccino, e poi una crescita economica che permetta a tutti di vivere una vita dignitosa in questo paese, lasciatemelo dire senza retorica, che è veramente il più bello del mondo.
Provate ad elencare i grandi valori che lo caratterizzano: bellezze naturali e artistiche riconosciute dall’Unesco, cucina, design e tutto il resto. Siamo veramente unici! Forse l’anello debole siamo proprio noi italiani. E però nei frangenti peggiori riusciamo a trarre il meglio se pensiamo che nel dopoguerra da paese prettamente agricolo siamo diventati, in tre lustri, il quinto paese più industrializzato del mondo creando il Miracolo economico. Però in questi ultimi tempi siamo indubbiamente peggiorati e quindi dobbiamo ritrovare l’antico mordente. Ma, per finire in blucerchiato, ho timore che la retrocessione potrebbe essere (per me) un colpo mortale nelle mie passioni future, una sorta di prematuro abbandono dal campo mentale anche per raggiunti limiti di età. Per cui mi va di sognare una sorta di neo risorgimento generale nel quale sarebbe bello poter rivedere, nel prossimo avvenire, la nostra cara Samp ai livelli che le competono! Chiedo troppo? Ci vorrebbe una preghiera laica a San Paolo Mantovani. Libera nos a malo.
9 commenti
Ciao Roberto, si come hai scritto giustamente siamo peggiorati in maniera esponenziale sotto ogni punto di vista, dal senso civico alla morale, a un finto buonismo di un popolo che un certo “signor” Benito chiamava di pecore, che vanno guidate in quanto non in grado di farlo in maniera autonoma. Il calcio non è esente, è stato gestito da incompetenti senza arte ne parte ma con un dono ovvero quello della spinta nel fondoschiena per raggiungere certi traguardi senza meritocrazia, e lo scempio che si presenta davanti a tutti noi di tutte le nefandezze propinate negli anni dalla famosa tessera del tifoso ai tornelli alle pay tv hanno portato a una disaffezione neanche troppo latente anzi oserei dire manifesta, che presumibilmente si voleva creare. Purtroppo mancano le competenze a tutti i livelli dalla vita reale a quello un pò meno reale vedi paragrafo calcio. Un meraviglioso paese rovinato sotto ogni forma e con prospettive per figli e nipoti poco rosee, per forma mentis sono sempre stato abituato a vedere il bicchiere mezzo pieno ma ritornando alla nostra amata Samp ad oggi faccio fatica a pensare positivo in quanto siamo diventati piccoli e provando a riallacciarmi alla tua locuzione latina senza potere perdiamo la nostra rilevanza.
Caro Roberto,
la vicenda Coronavirus, per quanto mi riguarda, rischia fortemente di essere stata la pietra tombale sulla mia “carriera” da tifoso!
Come ho già scritto in altri thread il calcio e la SAMPDORIA, in maniera alquanto sorprendente, non mi sono mancati per nulla!
Ci sono amici e amiche che in questi giorni mi scrivono chiedendomi SEI CONTENTO CHE RICOMINCIA IL CAMPIONATO?, e alla mia risposta negativa quasi rimangono sconvolti sapendo della mia “malattia” per il pallone…ma è davvero così!
Questo teatrino che per noi ricomincerà domenica mi schifa e mi disgusta a livelli inimmaginabili, ormai qualsiasi cosa legata al calcio mi infastidisce!
Io poi, per quanto riguarda la nostra Samp, ho bisogno di entusiasmo, ho bisogno di…SOGNARE!
Già la vicenda Vialli era stata una mazzata, figuriamoci poi lo svolgimento di questa tribolata stagione…
Perchè altrimenti la squadra che amo rischia di diventare solo una routine, come andare al cinema: se il film è stato bello bene, se non ti è piaciuto amen…ecco io non voglio arrivare a questi punti!
Per cui seguirò con molto distacco la pantomima, sarà tutta una clamorosa farsa ed anche un’eventuale nostra discesa credo che non mi procurerà quello sconvolgimento emotivo come fu nel 2011…
Ad oggi il mio stato d’animo è questo poi per carità, resto un tifoso e basterà magari un gesto d’amore per tornare a innamorarsi come e più di prima…:-)
sottoscrivo parola per parola quanto esposto da el cabezon… come alcuni di voi sanno sono stato 17 anni negli ultras, ho fatto centinaia, se non migliaia, di trasferte in italia ed in europa, sono malato di Sampdoria ma per me il calcio e’ lo stadio, la tv non esiste e se e’ pay ancora meno per cui penso tutto il male possibile di questa ripartenza insulsa…credo che alla radio le partite’ le seguiro’, se non avro’ di meglio da fare, ma con un senso di vomito che spero possa diradarsi a settembre a prescindere dalla categoria perche’ quella in una storia d’ amore non conta mai… concludo con un ferrero merda, non va mai dimenticato, un saluto a tutti
Concordo con Voi. Questo calcio è malato al di là della pandemia. Io sono abbonato a Sky da quando era Tele + e riscontro in loro gli stessi difetti che aveva già la Rai negli anni 70. Non ci pensavo più di tanto ma, la sosta della pandemia mi ha fatto pensare del perchè quando giocano in coppa le Italiane o non le guardo o nella migliore delle ipotesi non tifo per loro. Poi se vediamo questa Samp e ricordiamo il grande “Paolo” e quello che ci ha regalato (io sono stato a Berna, Goteborg e Wembley) e vediamo questo essere con la certezza che, se ci salveremo, venderà tutto il vendibile e che l’ultimo treno è passato non so proprio a cosa possiamo attaccarci.
Eh sì, interessa poco anche a me, non so perché, sono malato di Samp da più di 50 anni, anche io ho visto dal vivo le tre finali di Coppe europee, tutte le finali di Coppa Italia, ho avuto per anni l’abbonamento nella Sud, ora abito a Pisa e quindi seguo con un mix di stadio e tv, più tv a dir la verità, non disprezzate troppo questa soluzione, venendo con moglie e figlio le trasferte (per me) a Genova mi costano, andando nella Nord, sui 200 euro a botta, tanta roba, comunque aldilà di questo non ho proprio voglia, ho visto un pezzetto di Coppa Italia, inguardabile senza pubblico, sarà che odio tutte e due le protagoniste della finale, non so, non mi interessa il calcio in generale, avrei ricominciato il campionato prossimo e basta, per quanto non mi interessi penso che un’eventuale … sarebbe un disastro più di altre volte con il nano come presidente e quindi tiferò soffrendo per la salvezza, un abbraccio a tutti voi sampdoriani, sono contento che possiamo interloquire e magari litigare di nuovo
ciao semarco e ben trovato volevo risponderti sul discorso tv: personalmente non demonizzo affatto chi non e’ di genova, come me non e’ piu’ un ragazzino e si abbona a sky o dazn per vedere la samp in televisione ma, a mio parere, chi ha meno di 50 anni, e’ di genova e si professa tifoso e non semplice simpatizzante dovrebbe venire allo stadio e non regalare soldi alle paytv: e’ a causa delle paytv che abbiamo partite a tutti i giorni e a tutte le ore, sono uno dei mali del calcio…se non vado allo stadio me la sento alla radio e non ho mai dato loro un euro
Ciao Solodoria concordo con il tuo ragionamento sulle pay TV purtroppo il mondo è cambiato “in peggio” alla velocità della luce e in maniera esponenziale ed io come te e tanti altri che scrivono (abbiamo una certa età) siamo legati ad un passato sia calcistico che di vita più equilibrato. Sulla disaffezione da questo sport abbiamo tutti lo stesso pensiero ma indietro non si tornerà più. Abbiamo penato gioito abbiamo visto di tutto nel vecchio catino ora non ci rimangono che dei meravigliosi ricordi.
l’errore purtroppo e’ stato quello.dal primo posticipo in tv tutti ad abbonarsi a pay tv e pagliacciate varie.era inevitabile.non voglio condannare nessuno ma abbiamo dato troppo potere a loro e loro ci hanno fregato.
personalmente anch’io non ho mai avuto ne sky ne tele+ ne dalia e porcate varie,preventivando gia’ che avrebbero distrutto lo sport piu’ bello del mondo.poi sono arrivati i biglietti nominali, i nomi sulle maglie,
i seggiolini in gradinata,tessera del tifoso,assurde regole di gioco,il var……
per me che ha visto chiorri segnare a milano e’ davvero troppo. tutto cio’ mi lascia davvero triste, un baraccone
patetico che puo’ fare a meno delle curve,della vera passione,di persone che come me tanti, ha passato allo stadio giornate e viaggi indimenticabili ,tifando solo il DORIA.
Noto che in molto puntano il dito sugli stadi chiusi, quindi mi viene da pensare che se invece gli spalti fossero aperti a questi la ripartenza del campionato andrebbe bene…per me non è così!
Anzi, visto quel che è accaduto e che si spera sia in fase di regressione, forse tenere gli stadi chiusi è l’unica mossa sensata e che posso condividere…
A me ha disgustato vedere i protagonisti prendere una posizione, e magari poi anche cambiarla nel corso delle settimane come il nostro amatissimo presidente, SOLO ED ESCLUSIVAMENTE PER IL PROPRIO TORNACONTO PERSONALE!!!
Si doveva ripartire e si ripartirà perchè questi privilegiati, di rinunciare ai loro quattrini, non ci pensano minimamente!
E quindi, pur di non perdere soldi, daranno vita a questo teatrino, a questa ignobile farsa, a 12 grottesche giornate di campionato nelle quali vi saranno giocatori col contratto in scadenza, magari già in parola con altre società, che posso immaginare con quale spirito e quale voglia entreranno in campo a sudare la maglia che ancora per poche settimane indosseranno…
Per non parlare poi degli organi di (dis)informazione come i giornali e le emittenti televisive che logicamente, vivendo più che altro sul pallone che rotola, hanno fatto letteralmente la guerra, tutti i giorni, a politici, virologi, e a chiunque osasse insinuare il dubbio che forse, semplicemente, era meglio chiuderla qui…