C‘era una volta un ricco e distinto signore che fece della sua passione più che un hobby… prese un manipolo di disperati, una squadra dal passato recente luminoso e in breve tempo la trasformò radicalmente, facendole toccare con mano viva l’ebbrezza dell’alta quota e deliziandone i sostenitori con giocatori di primissimo livello. Purtroppo il signore in questione (che nell’ultimo periodo però non era ben visto da una parte di tifoseria) era già avanti con gli anni, il peso dell’età e di una malattia infame si stava facendo sempre più pesante, e cosi, un giorno decise che era giunto il momento di lasciare per sempre questo palcoscenico chiamato mondo… il suo hobby, la sua passione.
Timidamente, quasi in punta di piedi, il figlio dell’uomo si mise a pensare in un angolo… e decise che sarebbe stato lui a tenere unito il nome della sua famiglia a quello della squadra. Ma forse il “ragazzo” non aveva lo stesso fiuto, lo stesso spirito del genitore, non aveva lo stesso gusto dell’azzardo e cosi, in breve tempo, del giocattolo fatto di stelle, di campioni affermati ed affamati, è rimasto un fulgido ricordo.
Certo, il balocco non si è mai rotto, ma forse il giovanotto, spaventato dai tanti soldi che aveva visto smazzare dal padre (e si sa, investire in un hobby non da mai rendita alcuna), ha deciso di adottare una politica più prudenzialista, puntare su giovani, su scommesse, su stranieri misconosciuti. Per ora questa scelta sta facendo galleggiare senza patemi la squadra, ma siamo davvero sicuri che sia questo quello che i tifosi sognavano, quello che i tifosi si meritano? Passare in pochi anni da un quarto posto ad un piazzamento anonimo, inframmezzando il tutto con un tuffo ed una rapida risalita in serie cadetta, beh, equivale a far iniziare un pranzo luculliano ad un affamato facendogli annusare soltanto i sapori più deliziosi della cucina, e poi tenerlo a stecchetto senza preavviso.
Dall’altra parte invece abbiamo uno che fa il giocattolaio di professione, uno che di balocchi ne capisce, e che un giorno, dopo averne già sfasciati un paio ( ma non certo pregiati) decise che era giunta l’ora di spaccare il porcellino salvadanaio ed acquistare un giocattolo costoso. “Durerà di più” pensò, e cosi,senza pensarci due volte, lo fece suo. E, travolto dalla gioia per l’acquisto, rigirandoselo tra le mani, osservandolo, disse “Sei un bellissimo giocattolo, ma ho in mente un BROGGEDDO per renderti ancora più bello!”. E cosi fu, perlomeno inizialmente.
Pezzi meravigliosi vennero artigianalmente aggiunti, pezzi inimmaginabili ai più…la maggior parte delle persone che vedevano quello che lui stava assemblando rimanevano basite da cotanta bellezza… poi però ad un certo punto qualcosa accadde. Chi lo sa, forse il giocattolo cominciò ad annoiarlo, forse qualche suo amico iniziò a fargli proposte economiche affinchè costruisse qualcosa anche per lui… e cosi il giocattolaio iniziò a vacillare, a perdere interesse nella creatura che aveva creato con tanta passione. Fece anche di più… iniziò lentamente a smontarla, pezzo dopo pezzo… regalandone addirittura alcuni, senza farsi dare nulla in cambio.
Si stufò anche di far questo, cosi iniziò a costruire nuovi pezzi, e la gente pensò fosse rinsavito, salvo poi rimanere delusa nuovamente quando vide che le parti, meravigliose, appena costruite, venivano direttamente regalate da lui ai suoi amici. Certo, a volte, Massimo ed Adriano, i suoi amichetti più cari, gli chiedevano di testare per un breve periodo le parti appena create sul suo, di giocattolo, per verificare che non vi fossero difetti, e poi se le prendevano.
Adesso il giocattolo è li, in un angolo, ancora funzionale ma non più fulgido come un tempo. Il giocattolaio ha cercato di sbarazzarsene traendone profitto,per questo lo conserva ancora in maniera gentile,ma nessuno pare lo voglia.