A 48 ore dall’incredibile rimonta contro il Sassuolo, sarebbe banale incensare i soliti nomi. Muriel, Quagliarella, Barreto, Torreira e Linetty sono le certezze più granitiche di questa Sampdoria, ma tra i protagonisti dell’impresa della banda di Giampaolo c’è un nome nuovo, quello di Patrik Schick.
Nuovo sì, ma fino a un certo punto. Perché con il passare delle settimane l’ex centravanti dello Sparta Praga si sta ritagliando un ruolo sempre più importante in squadra. Contro il Sassuolo Schick ha dato un saggio del suo talento, entrando a partita in corso – come gli è successo sempre in stagione a parte nella sconfitta per 4-1 dello Juventus Stadium – e conquistando il rigore del 3-2.
Ma il contributo dato da Schick è andato al di là di questo “banale” episodio. Entrato a venti minuti dalla fine al posto di uno spento Fernandes, il nazionale ceco è andato a piazzarsi a ridosso di Muriel e Quagliarella, in una porzione di campo dove aveva appena cominciato ad agire Praet.
Da quel momento la Sampdoria è diventata padrona della trequarti. Il Sassuolo è stato costretto ad arretrare ulteriormente il suo baricentro, spostato all’indietro per tenere testa alle continue folate offensive orchestrate dal belga e da Schick. La collocazione tattica del numero 14, a metà strada tra l’area di rigore e la fascia destra, ha dato nuova linfa alla manovra blucerchiata, consentendo a Muriel e Quagliarella di agire in una posizione molto più proiettata in avanti.
L’ingresso di Schick è stato decisivo, complimenti a mister Giampaolo per l’intuizione. Ma l’applauso più convinto va fatto al ragazzo, da ammirare per l’approccio con cui si è presentato nel nostro campionato. Partito a inizio anno come ultima scelta per il reparto offensivo, Patrik ha saputo conquistarsi la fiducia dell’allenatore e dei tifosi con il giusto mix di umiltà, tenacia e personalità.
Il ceco è un giocatore completo. Ha fisico, corsa, fantasia e un ottimo bagaglio tecnico. Una prima punta atipica, un pennellone adattabile in tutti i ruoli del reparto offensivo tanto che mister Giampaolo, un maestro nel valorizzare i giovani di talento, lo ha schierato fin da subito trequartista.
Eppure Schick rimane una punta, pur adattabile per necessità a tutte i ruoli dell’attacco. Al momento le sue possibilità di impiego nel suo ruolo originario sono ridotte al lumicino. Impossibile contrastare lo strapotere tecnico e atletico di Muriel, per non parlare dell’esperienza di Quagliarella.
Ma il futuro è dalla sua parte. Un futuro ancora tutto da scrivere, naturalmente con inchiostro blucerchiato.
ROBERTO BORDI
2 commenti
Credo fermamente in questo ragazzo come per Dennis Praet: sono due giovani che possono cambiare il corso di una partita e domenica lo hanno dimostrato ampiamente. Spero per entrambi un impiego più assiduo perchè li ritengo estremamente necessari alla nostra causa.
Non incenserei troppo giampaolo…ci ha messo uuna vita per capire che alvarez deve fare il raccattapalle…