Sei punti in tre partite come la Samp, frutto di due vittorie e una sconfitta. Sette gol fatti e due subiti, contro gli otto realizzati dai blucerchiati a fronte di una sola rete incassata. Quanti punti in comune tra Sampdoria e Fiorentina, che si affrontano a Marassi in una sfida che si preannuncia molto equilibrata. Difese compatte, buone individualità in attacco, mediane solide e portieri affidabili: ci sono tutti gli ingredienti per assistere a una partita dove saranno dettagli, caso e fortuna a fare la differenza.
Il tecnico viola Pioli non lascia nulla al caso e infatti si prepara a far debuttare dal primo minuto Marko Pjaca. In estate l’attaccante croato è stato conteso anche dalla Samp prima di scegliere di andare a Firenze. Finora il suo impiego è avvenuto con il contagocce ma mercoledì sera potrebbe partire titolare al posto di Eysseric. L’attacco della Fiorentina fa paura: da sinistra a destra Pjaca, Simeone e Chiesa, un tridente dove si mescolano alla perfezione tecnica, velocità, forza fisica e voglia di stupire. In tre non fanno 70 anni ed è proprio il loro entusiasmo a preoccupare Marco Giampaolo.
Il cammino della Viola in questo campionato è stato regolare. Vittoria tennistica contro il Chievo, bis casalingo con l’Udinese e stop a Napoli dopo un match giocato sulla difensiva. Non poteva essere altrimenti, ma contro la Samp la squadra di Pioli proverà a imporre nuovamente il suo gioco grazie al suo centrocampo tecnico e senza punti di riferimento particolari in fase di impostazione. Rispetto all’anno scorso, la squadra non ha più un play-maker (Badelj, ora alla Lazio) e la costruzione della manovra passa per i piedi di Veretout e i movimenti tra le linee delle mezzali Benassi e Gerson. Il 4-3-3 d’ordinanza funziona bene in entrambe le fasi grazie alla spinta sulla sinistra di Biraghi, dotato di rapide accelerazioni e di una buona conclusione dalla distanza. È proprio grazie a Biraghi che, in fase di possesso, il 4-3-3 diventa in pratica un 3-4-3.
Per un terzino che spinge, ce n’è un altro votato più che altro a distruggere il gioco avversario. Si tratta di Milenkovic, centrale serbo non ancora ventunenne che piace per fisico, elevazione, marcatura e inserimento in zona gol sulle palle inattive. Dal punto di vista difensivo la Fiorentina è una buona squadra. Tolta la trasferta del San Paolo finora ha concesso pochissime occasioni da rete, segno della buona intesa che si è venuta a creare nella retroguardia presidiata al centro dall’argentino Pezzella e dal portoghese Vitor Hugo. Quest’ultimo è probabilmente l’anello debole della catena difensiva, tragicamente privata l’anno passato del suo storico capitano Davide Astori.
Infine la porta. Dopo il mancato riscatto di Sportiello – autore di una stagione a dir poco anonima se non addirittura disgraziata – il ds viola Corvino ha sorpreso tutti strappando al Tolosa il classe 1999 La Font. Per chi non lo conoscesse, si tratta di un giovanissimo portiere che in patria considerano un predestinato. L’esborso sostenuto per portarlo a Firenze – 8 milioni di euro – ha già ripagato l’investimento, dato che il suo primo impatto con la Serie A è stato ottimo. Ma nel primo tempo della partita contro l’Udinese il portierino francese si è procurato una lesione al bicipite femorale della coscia destra che lo ha costretto a saltare il match con il Napoli. Nonostante il suo recupero in extremis, Pioli non si fida e a Marassi si affiderà a Dragowski, un portiere relativamente scarso che sabato, però, ha fatto una grande uscita su Zielinski.
Questa la probabile formazione della Fiorentina. 4-3-3: Dragowski; Milenkovic, Vitor Hugo, Pezzella, Biraghi; Benassi, Veretout, Gerson; Chiesa, Simeone, Pjaca (Eysseric).