A questo punto della stagione, nella quale si profila un nono posto in classifica che in pochi si sarebbero immaginati ad agosto, concediamoci un piccolo divertissement. Da 10 a 1, ecco i numeri che traducono in cifre gli ottimi risultati individuali e di squadra ottenuti quest’anno dalla Samp.
10 come i gol segnati da giocatori subentrati dalla panchina, record assoluto in serie A e forse anche in Europa. 6 le reti realizzate a partita in corso dal “cigno di Praga” Patrik Schick, 3 da Bruno Fernandes e una da Ricky Alvarez, a segno nel recentissimo pareggio per 2-2 contro la Fiorentina.
9 come l’attuale nono posto in classifica della Sampdoria, frutto di una lunga rincorsa partita all’inizio del girone di ritorno. Matematicamente si può ancora puntare all’ottava piazza, ma è molto difficile. Per suggellare questa bella annata basterebbe rintuzzare gli attacchi da dietro del Torino.
8 come i gol segnati dalla premiata ditta formata da Fabio Quagliarella e Patrik Schick. Un bottino di 16 reti che, unite alle 10 siglate da Luis Muriel, spiegano l’ottimo lavoro in fase realizzativa svolto dai tre attaccanti blucerchiati, interpreti di un reparto offensivo prolifico e ben amalgamato.
7 come i risultati utili consecutivi collezionati tra il 29 gennaio (Sampdoria-Roma 3-2) e l’11 marzo (Genoa-Sampdoria 0-1). Una striscia positiva che ha permesso alla truppa di Giampaolo di scavalcare diverse squadre che la sopravanzavano, fino ad assestarsi al nono posto in classifica.
6 come gli assist vincenti di Muriel. Un dato che per certi versi sorprende più di quello relativo ai gol segnati (10). Storicamente l’attaccante colombiano non ha mai avuto nelle sue corde il gioco di squadra. Almeno fino a quest’anno, dove ha messo in mostra una perfetta sintonia con i compagni.
5 come le vittorie in rimonta (Atalanta, Sassuolo, Roma, Bologna e Inter): in serie A nessuno ha fatto meglio. La predisposizione a ribaltare il risultato può essere spiegata con la capacità della Samp di gettare il cuore oltre l’ostacolo, lottando fino al 90′ per conquistare vittorie ormai insperate.
4 come i risultati utili consecutivi in trasferta, frutto di tre vittorie (Milan, Genoa e Inter) e un pareggio (Palermo). Fin dalla sua nascita la Samp ha uno scarso rendimento lontano dal “Ferraris”. Non perdere fuori casa da più di un mese rappresenta dunque una piacevole inversione di tendenza.
3 come le partite vinte in trasferta nel girone di ritorno, un ruolino di marcia che ricalca quello della stagione 2014/2015 (vittorie a Bergamo, Roma e Udine), con la differenza che a oggi il campionato non è ancora finito e la Sampdoria avrà modo di ritoccare ulteriormente il record di due anni fa.
2 come i derby vinti nella stessa stagione. Non succedeva in serie A addirittura dalla stagione 1959/1960, quando Ernst Ocwirk giocava mezzala sinistra e “orsacchiotto” Bernasconi presidiava la mediana blucerchiata. Un dato che fa riflettere sul grande risultato portato a casa dalla Sampdoria.
1 come il numero da assegnare metaforicamente sulle spalle di Marco Giampaolo. Il tecnico abruzzese ha stretto da subito un ottimo rapporto con i tifosi, che gli sono stati vicini anche nei momenti di difficoltà. Schivata la minaccia dell’esonero con la vittoria nel derby di andata, Giampaolo ha trasmesso alla squadra una chiara identità di gioco, contribuendo in maniera determinante alla valorizzazione dei tanti giovani della rosa. Il rinnovo del contratto fino al 2020 è la naturale conseguenza del percorso di crescita imboccato quest’anno dalla squadra, in attesa di terminare la stagione nel migliore dei modi e tentare, l’anno prossimo, un ulteriore salto di qualità.
ROBERTO BORDI